Uno dei compiti principali di un istruttore di Minibasket è far uscire dal percorso minibasket ragazze e ragazzi che sono autonomi, responsabili, collaborativi e competenti.
Essere autonomi significa essere capaci di risolvere situazioni problematiche o complesse senza che ci sia una figura che gli dica cosa e come fare.
Essere responsabili insegna a saper prendere decisioni e quindi permette di riconoscere e identificarsi in una propria azione. Insegnare la responsabilità è più importante dell’insegnare la tecnica ad un bambino di otto o dieci anni. Non perché non vada insegnata la tecnica (che la si allena, e come!, nei giochi fatti da un istruttore competente), ma poiché se un bimbo non impara la tecnica, ha di fronte a sé otto anni di giovanili per farlo; se non impara la responsabilità a quest’età sensibile, non potrà avere una propria morale solida, perché alle giovanili sarà troppo tardi.
I giochi che un istruttore propone ai propri bambini hanno come finalità la creazione di situazioni-problema da risolvere attraverso la capacità coordinativa che si sceglie di allenare. Più cresce, maggiori situazioni sono risolvibili solo collaborando e attivando il cervello.
Ogni gioco proposto da un istruttore competente tiene dentro quattro componenti: motoria -funzionale all’obiettivo-, tecnica -i fondamentali: difesa, tiro, passaggio, palleggio-, socio-relazionale, cognitiva.
Noi vogliamo che i bambini, mentre giocano, pensino, cioè sappiano quel che fanno e come lo fanno. Solo pensando a situazioni dove per risolvere un certo problema (es: come faccio a far canestro prima di lui?) reso difficile apposta per la sua fascia di sviluppo (ideale) lo mettiamo in condizione di pensare e non eseguire sulla base di uno stimolo-risposta.
Il #minibasket4life fa crescere persone, prima che giocatori.
Educa e allena il corpo e la mente, nelle loro componenti motorie, corporee, cognitive ed emotive.
Per questo, è 4life.
Riccardo F.